Un volume in forma di album in cui il tema del paesaggio sconfina e si confonde con le ricerche più introspettive dell’autore, da Il passato e i pensieri ai suoi studi sul mosso in cui la figura umana appare instabile e precaria in ambientazioni, interne ed esterne, particolari.
La sintetica panoramica di immagini, tutte fortemente simboliche, è preceduta da quattro scritti dell’autore in forma di prosa poetica e dedicati ad altrettanti temi o ricordi fondanti della sua formazione: Le piante, Il mare, Milano, I fiori
I testi di presentazione sono di Carlo Garzia e Roberta Valtorta: il primo, con il suo testo intitolato Il giardino al nero, analizza, tra filosofia e immaginario fotografico, il microcosmo sintetizzato visivamente da Tarantini. Roberta Valtorta, nel testo Ricordare e raccontare, sottolinea la coerenza narrativa del percorso fotografico di Tarantini, tra memoria privata e analisi del paesaggio e del sociale.
In chiusura del volume l’autore ha voluto inserire una falsa intervista, Pio Tarantini e la sindrome di Stendhal, realizzata da una inesistente Lucilla Ambrogina (giornalista un po’ cretina) in cui, raccontando un po’ la sua formazione professionale e umana, si diverte a smitizzare alcuni atteggiamenti discutibili del mondo dell’arte e della fotografia in particolare.

48 pagine, 33 illustrazioni, formato cm 28×21
Edizioni Gruppo Immagine, Milano 1995